#12 : Niigata, Akita e Aomori. Le grandi pedalate.

L'arrivo a Niigata è stato carico di entusiasmo: finalmente eravamo giunti sull'altro versante del Giappone, avevamo attraversato le alpi giapponesi ed eravamo pronti a goderci la città per un paio di giorni di riposo. Peccato però che tutto quell'entusiasmo non abbia trovato alcun riscontro : per dirla in poche parole, a Niigata non c'è niente. NIENTE. 

Abbiamo raggiunto il centro della città verso sera e, come ogni volta, dopo la solita routine terme-lavanderia-cibo abbiamo cercato un posto per la tenda. Stava piovendo, era tardi, era buio e ci siamo affidati completamente a google maps. Non appena abbiamo trovato un quadratino verde sulla mappa, ci siamo diretti in quella direzione e abbiamo montato la tenda sotto un albero. Tralasciando il fatto che non capissimo assolutamente perchè ci fosse una gabbia con un pavone a fianco a noi, siamo andati a dormire chiedendoci dove fossimo finiti e soprattutto perchè la strada che portava lì fosse così stranamente tortuosa. 

Ci siamo svegliati il mattino dopo e abbiamo svelato l'arcano: avevamo appena dormito dentro a un kartodromo! Superato lo stupore, ci siamo diretti allo Starbucks più vicino e ci siamo rintanati a lavorare un po'. 

Nonostante le ricerche su cosa ci potesse essere di interessante a Niigata, nonostante l'aver chiesto a più persone cosa ci fosse da visitare in città, siamo arrivati alla tragica conclusione che Niigata è proprio priva di qualunque cosa, fatta esclusione per le risaie. Che poi così interessanti non sono. 

Abbiamo quindi passato tutta la giornata da Starbucks, a rubare tutta l'elettricità e la connessione possibili e immaginabili, per poi finire in un altro punto a caso a mettere la tenda per la notte e addio. 

Il giorno dopo siamo ripartiti, lasciando Niigata e, come ogni volta, abbiamo buttato via un sacco di tempo per uscire dalla zona urbana, megatrafficata, e finalmente raggiungere la costa e iniziare a risalirla. 

Dopo la megadelusione che è stata la città, il panorama della costa è stato un toccasana : mare, foreste, alberi super fichi e animaletti. Felicità. 

Dopo una sosta sosta sulla costa, sdraiati per terra a contemplare il mare e a sentirsi in pace con l'universo, siamo ripartiti con l'idea di "pedalare duro" fino al tramonto. Neanche un chilometro dopo, abbiamo incontrato Kazuhito e Yumma, due ragazzi che come noi stavano facendo il giro del giappone, il primo in bicicletta e il secondo in scooter. Ovviamente, ci siamo fermati a conoscerli. Dopo aver scambiato due parole, abbiamo deciso di proseguire insieme e abbiamo percorso i restati 20km insieme fino al villaggio di Murakami, dove abbiamo occupato un parco con le nostre tende e, dopo cena spesa a raccontarci aneddoti dei nostri relativi viaggi, ci siamo salutati e siamo andati a dormire. 

Il giorno dopo siamo partiti presto, decisi a recuperare tutti i chilometri non fatti il giorno prima. Dopo una mattinata a pedalare accompagnati dalla vista del monte Shirakami, quando ci siamo fermati per pranzo avevamo già fatto 60km. Ed è proprio in quel momento che abbiamo visto Kazuhito passare! 

"FEEEERMATI KAZUUUU".

Dopo aver fatto i salti di gioia per l'incontro, ci siamo accordati con lui per rivedersi al termine della giornata, 65 km più avanti e li abbiamo lasciato andare. Circa 3 ore dopo, siamo arrivati al punto d'incontro e abbiamo festeggiato il nostro nuovo record! 

Una volta montate le tende vicino a delle terme, abbiamo cenato e, con Sio che suonava la chitarra, abbiamo cantato fino a che non eravamo troppo stanchi per tenere gli occhi aperti. Buonanotte. 

Il giorno dopo ci siamo svegliati, abbiamo regalato una delle magliette della Babel Line e un paio di guantini da ciclismo al buon Kazuhito, ci siamo salutati e siamo partiti in direzioni diverse. 

Kazuhito e la sua nuova magliette dalla Babel Line. 

Il giorno dopo, seguendo la costa e vedendo il monte Shirakami avvicinarsi sempre più, abbiamo percorso altri 100 km e siamo arrivati ad Akita. 

Dopo la delusione di Niigata, ci aspettavamo grandi cose da Akita. Pessima idea! 

Akita è una città famosa in Giappone, ma per nessun motivo! (Se non per la razza di cani che prende il nome dalla città!)

Shirakami che ci avvicina

Shirakami in tutta la sua bellezza! 

Infatti anche ad Akita ci siamo rinchiusi per due giorni in uno starbucks e, maledicendo tipo tantissimo la città per essere interessante come un albero in mezzo al bosco, ci abbiamo dato dentro con l'editing delle foto, blog e vlog. La sera del secondo giorno, all'ultimo, un barlume di speranza : chiacchierando con una ragazza abbiamo scoperto che, nonostante la totale assenza di cose particolari riguardanti la città, per lo meno un piatto tipico di Akita c'è. Il Kiri-tanpo

Felici come due pupi la mattina di Natale, abbiamo fatto su baracca e burattini e ci siamo fiondati in un ristorante. Vi basti sapere che la memoria di Akita si è salvata grazie a quella deliziosa cena (e dalla cameriera che si è messa a spiegarci come è nato il piatto con tanto di tavole illustrate!) 

Belli sazi, abbiamo montato la tenda nel parco centrale della città e, dopo essere stati svegliati dalla polizia per CHIACCHERARE nel cuore della notte (quando hanno visto che eravamo stranieri e che parlavamo giapponese, non la smettevano più di farci domande sul viaggio e, dopo tipo 20 minuti, alla nostra domanda "ma quindi, dobbiamo togliere la tenda?" loro hanno riposto "no no tranquilli, faremo finta di non avervi visto. Buona continuazione!) ci siamo riaddormentati. Il giorno dopo abbiamo lasciato Akita di primissima mattina e ci siamo rimessi in viaggio. 

Il parco di Akita di notte. 

Ancora freschi del record di 125 km in un giorno, mai ci saremmo aspettati di superarlo da lì a breve. 

E invece, proprio quel giorno, una pedalata dopo l'altra, siamo arrivati a percorrerne 135 prima del tramonto. Passando dalla costa all'entroterra, tra foreste, cascate e terme abbandonate. Verso sera abbiamo trovato delle terme (non abbandonate come tutte le altre) e siamo crollati. 

L'ultima di una sfilza assurda di terme abbandonate in mezzo al nulla. 

Il giorno seguente ci siamo diretti ad Aomori, l’ultima città prima dell’Hokkaido, e abbiamo fatto tappa a Hirosaki, una piccola cittadina famosissima per avere una delle più fiche fioriture di ciliegi di tutto il giappone. Peccato che una volta arrivati, di ciliegi neanche l’ombra. Dopo un giro nel parco del castello alla ricerca di questi ciliegi ormai sfioriti, siamo finiti a mangiare una pizza (no sul serio, una pizza. E pure buona!) e siamo ripartiti verso la nostra meta finale. 

Dopo aver sfidato il più infame dei venti per tutto il pomeriggio, verso sera siamo arrivati ad Aomori. 

Siccome siamo due imbecilli, come al solito non abbiamo pensato a dove piazzare la tenda per la notte e siamo invece subito andati a cenare in una yakitoriyasan buonissima. Con la pancia pienissima, siamo usciti per riprendere le bici e… Pioggia. No, diluvio. No, megadiluvio. Mapporc… 

Abbiamo dunque fatto l'unica cosa possibile: abbiamo cercato un ponte e ci siamo messi a dormire sotto di esso. (Caso vuole c'era un riquadro di prato grosso PROPRIO QUANTO la nostra tenda. Eh) 

La vista dalla nostra tenda sotto al ponte. 

Il giorno dopo abbiamo visitato un po' la città, visto che a differenza di Niigata e Akita, qualcosa che vale la pena vedere ce l'ha! Un esempio? Il museo del Nebuta Matsuri, una manifestazione che si tiene a fine estate in cui carri con enormi figure in di carta in 3D sfilano per la città! Si ma non figure così così, figure FICHISSIME. 

Museo del Nebuta MAtsuri

Museo del Nebuta MAtsuri

Museo del Nebuta MAtsuri

Museo del Nebuta MAtsuri

Museo del Nebuta MAtsuri

Una volta terminata la visita al museo, siamo andati nella fabbrica di Sidro lì vicino a fare i sommelier dal palato raffinato. Ovviamente non abbiamo capito per nulla la differenza fra i vari sidri, ma abbiamo apprezzato tutte le degustazione di brutto. Appena usciti, siamo tornati dove avevamo legato le nostre Tricross e... Sorpresa! Altre 3 biciclette cariche di bagagli parcheggiate proprio a fianco alle nostre. Abbiamo così cercato e conosciuto altri 3 ragazzi che stavano facendo il giro del Giappone in bicicletta e, dopo aver mangiato insieme a loro IL MIGLIOR PRANZO DEL VIAGGIO (Il Nokkedon : in un mercato del pesce, pagando poco meno di 10 euro ti danno una ciotola di riso e 9 biglietti. Con i biglietti, passi nei vari banchi del pesce e prendi il pesce crudo più fresco possibile) ci siamo avviati verso il terminal dei traghetti per andare tutti insieme verso la prossima tappa : Hakodate. 

La fabbrica di Sidro di aomori

La vista dal terminale dei traghetti

Aomori dal terminale dei traghetti

Il terminal dei traghetti. 

Il viaggio continua...

Ehi, l'ultimo vlog l'avete visto?