#10 : Come spendere 518400 secondi a Tokyo.

Dove eravamo rimasti? 

Ah già, Atsugi, estrema periferia di Tokyo. No, sul serio, ESTREMA. Vi basti sapere che il diametro dell'area urbana di Tokyo supera ampiamente i 100 km quindi quando dico periferia intendo quello che per noi italiani può tranquillamente essere "il capoluogo della regione a fianco". 

Comunque sia, siamo arrivati ad Atsugi in serata e abbiamo operato secondo la nostra solita routine per l'arrivo nelle grandi città: terme, lavanderia a gettoni, ricaricare TUTTO quello che abbiamo usando tutte le prese di un ristorante, lavorare a vlog e blog fino a tardi, buttare la tenda in un parco e dormire tantissimo. 

Il giorno dopo abbiamo finalmente avuto l'incontro importante di cui parlavo nell'ultimo post : siamo andati nella sede centrale di Specialized Japan a conoscere le persone che, insieme ai ragazzi di Specialized Italia, hanno reso questo viaggio possibile e che ci hanno aiutato infinite volte durante il percorso, Kenta e Shuhei! 

E' stato fantastico finalmente poterli conoscere di persona, assieme a tutto il resto dell'organico di Specialized Japan. Dopo una chiacchierata sul viaggio, siamo andati tutti insieme a pranzo; una volta rientrati in sede abbiamo regalato loro una maglietta della Babel Line, li abbiamo salutati e siamo partiti in direzione Kouenji, uno dei quartieri centrali di Tokyo, dove avremmo pernottato le 6 notti successive. 

Noi e le nostre Tricross fuori dalla sede centrale di Specialized Giappone, con Kenta e Shuhei!

Shuhei e Kenta con le loro nuove magliette Babel Line 

I circa 60km che separano al sede della Specialized da quello che è stato il nostro ostello a Kouenji sono stati senza ombra di dubbio i peggiori di questo viaggio: traffico, caldo, sole, piste ciclabili e marciapiedi che finiscono nel nulla e soprattutto, decine di punti impraticabili alle bici che ci hanno costretto innumerevoli volte a imprecare malamente e a inventarci un'altro percorso. Però, una pedalata dopo l'altra si arriva ovunque. E così, verso sera, siamo arrivati a Kouenji, nell'ostello che ci era stato consigliato dagli amici di Nagoya, chiamato Manuke

Ahh, Tokyo. Finalmente! Solo sei giorni per visitare la così-maledettamente-piena-di-cose-da-vedere uber-famosa capitale del Giappone!  Ed infatti, di tutte quelle cose, non abbiamo visto nulla. O quasi, ma andiamo in ordine...

Perchè proprio pernottare al Manuke? Bhe, per un motivo ben preciso : gli amici di Nagoya ci avevano spiegato che, alloggiando là, avremmo avuto la possibilità di gestire il bar dell'ostello per una sera. 

Cioè, sul serio, un bar nostro per una sera; pensate che ci servano altre ragioni per farci convincere? 

No. E infatti, appena arrivati all'ostello, dopo aver confermato che ci saremmo fermati per 6 notti e aver pagato, la prima cosa che abbiamo chiesto è stata : "Quando possiamo gestire il bar?" Matsumoto, il proprietario dell'ostello, ha controllato un'agenda e ci ha detto che avremmo potuto gestirlo unicamente la sera successiva poichè era già prenotato per tutta la settimana. Io e Sio abbiamo urlato "Perfetto, lo prenotiamo noi allora domani" all'unisono. 

Con tutta l'eccitazione possibile in corpo, abbiamo scaricato le nostre Specialized Tricross, preparato i letti, fatto una doccia e poi siamo usciti, per incontrarci con Pei, l'ennesimo nostro ex compagno di Università (ma anche di Radio e soprattutto di serate a Venezia) che vive a Tokyo. Grandi abbracci, grandi racconti di viaggio e di vita (erano anni che non ci si vedeva), grandi Spritz (si, ci ha portati a bere in un bacaro veneziano a Tokyo!)... Insomma, una grande serata! 

Il giorno dopo, Sio si è rinchiuso in uno Starbucks e io sono uscito armato della mia adorata Fujifilm X-pro1 per esplorare il quartiere di Shinjuku con Pei. 

Shinjuku e i suoi megagrattacieli

Shinjuku e i suoi megagrattacieli

Shinjuku e i suoi megagrattacieli

Shinjuku e i suoi megagrattacieli, dall'alto. 

Shinjuku e i suoi megagrattacieli

Manga a profusione, da Mandarake. 

Verso le 6 io e Sio ci siamo incontrati con il proprietario dell'ostello che ci ha mostrato il bar, lasciato le chiavi e salutato. Con le chiavi del nostro-per-una-notte bar in mano, siamo andati in un supermercato per rifornire i frigoriferi, abbiamo pulito il tutto (e non vi diremo mai da COSA lo abbiamo pulito), disegnato l'insegna del bar, sparso la voce fra tutti i nostri contatti a Tokyo e aperto! Incredibilmente, il bar si è riempito subito, di vecchi amici, di nuovi amici, di persone a caso (ad un certo punto abbiamo letteralmente "tirato dentro" un'adorabile vecchietta che passava lì davanti e le abbiamo offerto un giro da bere) e di altri ragazzi dell'ostello. Sarà stato mica perché vendevamo tutto a prezzi ridicoli? Comunque sia, è stata una serata incredibile, una di quelle in cui tutto quello che senti sono il suono dei calici che brindano e delle risate. 

I clienti del nostro "Puzzles" bar

Sio nel nostro "Puzzles" bar

I clienti del nostro "Puzzles" bar

Al "Puzzles" bar l'atmosfera era questa!

Dopo aver fatto mega tardi con gli ultimi sopravvissuti, bevendo e suonando la chitarra, abbiamo ripulito tutto, chiuso il bar, restituito le chiavi e siamo crollati a letto. 

Il giorno dopo io e Sio siamo andati con intenzioni più che belliche nel quartiere di Akihabara, famoso per essere il paradiso di tutti i nerd giapponesi (e del mondo). Siamo infatti tornati a casa con console, giochi, accessori per macchine fotografiche e parecchie partite a vari arcade sulle spalle. 

Il giorno dopo, di buona leva, siamo usciti per andare a visitare il museo dello Studio Gibli, dove tutti i magnifici film di animazione di Hayao Miyazaki sono stati prodotti. Potevamo pensare che servisse la prenotazione per entrare in quella che sicuramente è una delle maggiori attrazioni di Tokyo per tutti gli amanti dell'animazione giapponese al mondo? Ovvio! Però non l'abbiamo fatto e ovviamente, una volta arrivati all'entrata del museo, siamo stati immediatamente spediti al conbini più vicino per cercare di comprare un biglietto all'ultimo momento. Biglietti esauriti per settimane. SETTIMANE. Tsk. 

Con la coda fra le gambe, siamo ritornati verso la stazione dei treni più vicina, ma non senza passare una buona mezz'ora in uno zoo lì vicino, a farci risollevare l'umore dagli animali.

Una scatola piena di porcellini d'India con cui giocare liberamente sicuramente fa miracoli per il proprio umore. 

Una scatola piena di porcellini d'India con cui giocare liberamente sicuramente fa miracoli per il proprio umore. 

Lo scoiattolo più rilassato di tutto il Giappone. 

Dopo l'overdose di animali, e soprattutto dopo aver fatto un giro su dei pedalò a forma di cigno, siamo rientrati in ostello, dove ci attendeva una sorpresa targata Specialized : una scatola con 4 copertoni nuovi, scarpe nuove per Sio e una decina di camera d'aria. Spedita direttamente dai ragazzi appena incontrati presso la sede della Specialized Giappone che, sentendo i nostri racconti di viaggio fino a Tokyo, hanno capito di cosa avessimo maggiormente bisogno e hanno voluto assicurarsi che avessimo tutto in regola per affrontare il resto del viaggio al meglio. 

Alla sera ci siamo incontrati nuovamente con Pei e con Alice, altra ex compagna di Università, per una bella serata in giro per Shinjuku. 

Il giorno dopo io e Sio ci siamo divisi. Lui si è nuovamente rintanato in uno Starbucks a lavorare (più o meno, visto che la sera l'ho trovato in ostello con un'ALTRA scatola di videogiochi comprati ad Akihabara) mentre io ho passato la giornata in giro per Shibuya a scattare un pò di street photography con la mia X-pro1. 

Shibuya

Shibuya

Shibuya

Shibuya

Shibuya

Shibuya

Inoltre, nel pomeriggio, sono andato a visitare la sede centrale della Fujifilm Giappone, invitato dai direttori del settore fotografico per un incontro conoscitivo e parlare della mia esperienza con le loro macchine. 

La sede centrale della Fujifilm

La sede centrale della Fujifilm

La sede centrale della Fujifilm

La sede centrale della Fujifilm

Alla sera ci siamo avventurati per Roppongi, il cuore pulsante della vita notturna di Tokyo. Centinaio di locali, migliaia di persone, luci al neon, musica alta. Un sabato sera come si deve. 

Con i nuovi amici brasiliani e greci appena conosciuti. 

Con i nuovi amici brasiliani e greci appena conosciuti. 

Momenti rubati in uno dei locali con la mia Fujifilm X100s

Momenti rubati in un locale con la mia Fujifilm X100s

Una "sopravvissuta" alla serata

Sio in treno al ritorno. Ore 7 del mattino. 

Dopo una sonora dormita, il giorno successivo l'abbiamo speso a smaltire la sera precedente. Una giornata di ozio completo, coronata da due pizze gigantesche di Pizza Hut come cena (nonostante l'aver entrambi vissuto due anni in Giappone, non avevamo mai provato una pizza giapponese. Non potevamo non tornare a casa senza fare anche questa esperienza).

E così, i nostri 514800 secondi a Tokyo sono volati. Il mattino dopo abbiamo fatto check out, caricato i bagagli sulle nostre Tricross e siamo partiti. Direzione : Niigata, attraversando le "alpi" giapponesi.

Il viaggio continua...